Una testimonianza di Antonia Calabrese

Era una bella giornata di novembre. Per non annoiarci ad aspettare l'autobus ci avviammo verso il lungomare. Salerno era illuminata da un sole splendido, l'aria era calda e piacevole. Un giovane dai capelli e barba castani stava rovistando in un cestino dell’immondizia. Pensammo che fosse un povero affamato. Il biglietto lo avevamo giΓ fatto. Presi i pochi soldi che avevo e glieli offrii. Non mi aspettavo un rifiuto. Lui mi guardΓ² intensamente e scosse il capo. Provai dispiacere ma alla mia insistenza rispose: «Ho giΓ mangiato.» Ferma e vergognosa di me, coi soldi in mano, lo considerai sorpresa della sua bellezza, ammirata della dignitΓ e compostezza, finchΓ© mia sorella mi tirΓ² via. La domenica seguente il mio paese fu colpito dal violento terremoto che cambiΓ² la mia come la vita di molti altri. Mentre con mio marito ci precipitavamo fuori di casa, le mura del palazzo oscillavano, si rompevano e si ricucivano. La terra sembrava aprirsi in voragini. C'era un caos totale....